EINRAHMUNG DES BECKENS
Der Gröbentalbach verläuft im Stubaital, südlich von Innsbruck in Tirol – Österreich. Im Ereignisfall sind die Landesstraße und im Extremfall wahrscheinlich auch Siedlungsbereiche bedroht.
Das Einzugsgebiet des Gröbentalbaches erstreckt sich über ca. 1 km². Das geologische Ausgangssubstrat besteht fast zur Gänze aus Paragesteinen. Der Bach ist im Unterlauf teilverbaut. Zwischen 2006 und 2019 wurden sieben Murereignisse aufgezeichnet. Ablagerungsvolumina wurden von 7.000 m³ bis 60.000 m³ dokumentiert.
Auch in diesem Untersuchungsgebiet wird durch das Projekt INADEF die Ereignisdokumentation seit Mitte 2020 durch ein neues Monitoringsystem ergänzt. Zwei Messstation (eine im Mittellauf, eine im Unterlauf) bestehend aus zwei Zeitrafferkameras und einer Wildkamera, sowie eine kleine Wetterstation, liefern ereignisrelevante Daten.
Zur Ermittlung der Massendifferenz (Erosion, Deposition) wurde im Sommer 2020 mittels UAV ein Referenz Geländemodell erzeugt durch Photogrammetrie (Auflösung: ~5 cm) und ein Orthofoto (Auflösung: ~2 cm) des Untersuchungsgebietes angefertigt. Weitere Befliegungen sind nach jedem Ereignis und zu Projektende geplant.
DESCRIZIONE DEL CASO STUDIO
Nella parte alta il bacino è formato da pareti rocciose in dolomia principale, che convogliano le portate sulle falde rocciose del Vallon dell’Antelao tra i 2000 ed i 2500 m s.l.m. Le colate detritiche avvengono generalmente in estate e nel primo autunno e sono innescate dai temporali intensi estivi di breve durata (10-20 minuti) che si trasformano rapidamente, lungo le pareti rocciose, in correnti d’acqua ad alta energia; quest’ultime hanno la possibilità di mobilizzare grandi quantità di sedimento, innescando da qui le colate detritiche. Al di sotto di queste potenti aree sorgenti di sedimento il canale si innesta in una profonda e stretta forra rocciosa fino a quota 1600 m s.l.m. Tra quota 1600 m s.l.m.e quota 1400 m s.l.m. il rio Rudan scorre su profondi depositi quaternari che progressivamente incide, in un tratto con alternanza di scavo e deposito. Le dolomie e l’ammasso di conglomerato poggia su strati di San Cassiano, risalente al carnico inferiore e costituito da marne e tufi, fortemente alterate e stratificate, decisamente più impermeabili delle rocce calcaree e dei conglomerati. L’incisione valliva del Rudan trova gli strati di San Cassiano a 1400 m s.l.m., e il deflusso fino a poco sopra questo punto è effimero.
Al di sotto degli strati di San Cassiano il Rudan scorre da 900 m s.l.m. in giù sugli strati di Wengen (Ladinico superiore), composto da fitte stratificazione calcareo-marnoso-tufacee, con morfologia a salti di fondo e cascate fittamente incassate in gola del tutto simile a quella descritta nel tratto a San Cassiano. A valle della briglia filtrante e dell’abitato di Peaio, il torrente Rudan non forma un conoide, ma scorre in una valle scavata in depositi alluvionali per poi arrivare al Boite sui calcari e conglomerati delle formazioni di Livinallongo del Ladinico Inferiore.
Il bacino del rio Rudan e il monte Antelao (a sinistra – foto ARPAV) e particolare della zona d’innesco delle colate nel Vallon dell’Antelao (a destra – foto: Comune di Vodo di Cadore).
Numerose sono le cronache che riportano danni subiti agli abitati sottostanti il monte Antelao a seguito di fenomeni di debris flow del Rudan, mettendo in evidenza la notevole attività di questo torrente.La maggior parte delle notizie storiche, di seguito riportate, sono state ricavate da documenti di archivio gentilmente messi a disposizione dal Comune di Vodo di Cadore.
Le informazioni storiche degli eventi calamitosi pertinenti il solo Rudan vengono riassunte in modo sintetico nella Tabella che segue. Esse evidenziano un incremento progressivo della frequenza degli eventi di notevole intensità nell’ultimo trentennio.
N | Data | Note |
1 | Settembre 1882 | Danni notevolissimi distruggendo alcuni mulini che insistevano sulle sue sponde e la segheria che si trovava alla confluenza con il torrente Boite |
2 | Settembre 1951 | Grande fenomeno alluvionale: alcune piante trasportate dalla corrente si appoggiarono contro il ponte della statale provocando l’arresto di un’enorme quantità di materiale. Le ghiaie e la corrente ricopersero per oltre un metro il piano di calpestio del ponte |
3 | Settembre 1983 | La prima ondata di piena provocò la quasi totale ostruzione del ponte sulla S.S. n° 51 depositando il detrito trasportato nel tratto di collettore a monte. L’evento di piena fu così intenso da distruggere il ponte in calcestruzzo realizzato nel 1952 sulla Strada Regia |
4 | 19.07.1987 | Le piogge prolungate ed intense dei giorni precedenti provocarono il trasporto di enormi quantità di detrito, in un tempo assai ridotto, lungo il Rudan. Circa 10000 m3 di materiale giunsero alla confluenza con il Boite |
5 | 02.07.1994 | Piena caratterizzata da un trasporto solido di soli grandi massi |
6 | 07.08.1996 | Colata detritica con sovralluvionamento dell’alveo in corrispondenza di Peaio. La colata, dopo aver esondato in sponda destra, ostruì la sezione sotto il ponte della ciclabile, provocandone il sollevamento e il galleggiamento. Il ponte rimase ancorato alle guide presenti sulle imposte |
7 | 01.09.1998 | Numerosi e consistenti depositi di ghiaie oltre a diffusi fenomeni d’erosione delle sponde |
8 | 05.09.1998 | Accumulo di materiale alluvionale nell’alveo del torrente Rudan in loc. Peaio |
9 | 06-07.09.1998 | Ripetute colate detritiche che causarono, nei pressi dell’abitato di Peaio, consistenti accumuli di materiale. La colata esondò a monte del ponte sulla S.S. n° 51 depositando accumuli di sedimento sul piazzale del negozio “Antichità” in sponda destra. A monte del ponte Bailey la colata esondò in sponda destra. |
10 | 12.09.1998 | Colata detritica che provò fenomeni erosivi accentuati e diffusi nonché la destabilizzazione di due ampie aree (frane) |
11 | 05.08.1999 | Trasporto di una notevole quantità di detrito che si depositò a ridosso del ponte sulla S.S. n° 51 creando pericolo di tracimazione |
12 | 20.09.1999 | Colata detritica di notevoli dimensioni con esondazioni in molti punti. L’inghiaiamento mise in pericolo la viabilità della strada statale e provocò il deposito di una notevole quantità di detrito sul piazzale a lato del negozio di “Antichità” in destra idrografica. Più a valle, la corrente di piena asportò completamente la briglia a valle del ponte Bailey |
13 | 04.08.2015 | Colata di volume complessivo pari a circa 65000 m3, durata complessiva 5-7 minuti. Danni alla briglia frangicolata, completamente colma di materiale. Completa asportazione del ponte della ciclabile e notevole sotto-escavazione dei muri di sponda a valle di esso |
14 | 06.08.2018 | Colata fluida innescata da temporale molto localizzato nel Vallon dell’Antelao. Volume complessivo pari a 40000 m3. Riempimento completo del bacino di deposito (volume asportato pari a 10-12000 m3). Danni ingenti ad un cantiere in alveo nei pressi del Boite |
15 | 29.08.2020 | Colata detritica causata dalla combinazione tra cumulata di pioggia e temporale intenso. Riempimento completo del bacino di deposito (volume complessivo pari a circa 16000 m3) |
16 | 15-16.12.2020 | Ripetuti eventi di colata fangosa causati da una estesa frana superficiale in sponda sinistra a quota 1150 m s.l.m. circa, la quale ha determinato l’ostruzione del rio Rudan. Liquefazione del terreno dell’area di frana prodotta dalle ingenti piogge cadute 10 giorni prima e dallo scioglimento nivale. Notevole numero di piante trasportate a valle e ancora presenti sulla frana e lungo l’alveo principale. Volume complessivo pari a circa 5000 m3 (15/12) + 15000 m3 (16/12) |
La briglia danneggiata dopo l’evento del 04.08.2015 (foto ARPAV del 05.08.2015) e il bacino di deposito dopo l’evento del 15-16.12.2020 (foto ARPAV del 16.12.2020)
La criticità nel bacino si pone tra quota 950 m s.l.m. e la sezione di chiusura dove il ponte della Strada Statale n. 51 di Alemagna, un ponte comunale della ciclabile Pieve di Cadore-Cortina d’Ampezzo ed un canale di deflusso inadeguato rappresentavano sezioni critiche per lo smaltimento di colate detritiche con il rischio di esondazione e coinvolgimento di parte dell’abitato di Peaio.
Il tratto del rio Rudan che attraversa l’abitato di Peaio: a sinistra appena a valle del ponte sulla S.S. 51 d’Alemagna; a destra nei pressi del ponte della ciclabile asportato dalla colata del 04.08.2015 (foto ARPAV del 05.08.2015)
A quota 1580 m s.l.m. il canale scorre in un punto di possibile esondazione in una curva verso sinistra; tale punto è stato quindi rettificato con un intervento di emergenza, realizzando una scogliera a massi ciclopici all’uscita della forra al fine di evitare fenomeni di avulsione (fuoriuscita dal canale).
Nel 2011 la Regione Veneto ha realizzato una briglia frangicolata a filtri verticali fissi spaziati 1.3 m e larghi 1.3 m, con doppia gaveta trapezia di altezza minima 7.2 m e larghezza 11.1 m. Il coronamento è largo 19.1 m e alto 11.3 m. Il bacino di deposito a monte dell’opera è stimato di una capacità di 15000 m3, e l’obiettivo dell’opera è di laminare il picco di colata e trasformare il flusso in iperconcentrato o trasporto di fondo, in modo che possa transitare al di sotto del ponte della strada Statale Alemagna senza depositare nel canale.
Diversi interventi di sistemazione e riprofilatura del canale a valle della briglia (pavimentazione e consolidamento dei muri laterali) sono stati realizzati nel corso degli anni e sono tutt’ora in corso.
La briglia frangicolata vista da monte (a sinistra) e il tratto di cunettone tra la briglia e il ponte della S.S. 51 d’Alemagna (foto ARPAV)
- monitoraggio delle precipitazioni intense, in grado di innescare il fenomeno di dissesto;
- monitoraggio della colata detritica innescata.
- stazione „Rudan Antelao“: sita alla quota di circa 2140 m s.l.m. e costituita da 2 pluviometri e una videocamera full HD day & night;
- stazione „Rudan Briglia“: sita in corrispondenza e nell’intorno della briglia filtrante alla quota di 905 m s.l.m. oltre che nell’abitato di Peaio e lungo le vie di comunicazione. Essa è costituita da 7 cavi a strappo lungo il canale di transito e una videocamera full HD day & night. Sempre afferenti a questa stazione sono un impianto d’illuminazione dotata di 3 fari a LED, i software di raccolta dati, elaborazione del segnale di allarme e gestione del sistema, oltre che gli impianti semaforici, i cartelli informativi e l’impianto di diffusione del segnale di allarme (sirene, lampeggianti e sistema di dispaccio massivo della messaggistica).
Nell’ambito del progetto ARPAV intende installare, nella primavera del 2021, 3 stazioni di monitoraggio lungo il rio Rudan:
- Stazione 1: alla quota approssimativa di 1450 m s.l.m. dove il rio Rudan interseca il sentiero CAI n. 230, dotata di 1 pluviometro e 1 videocamera a visione anche notturna;
- Stazione 2: alla quota approssimativa di 905 m s.l.m. nei pressi della briglia frangicolata a monte di Peaio, dotata di 1 pluviometro e 1 videocamera a visione anche notturna;
- Stazione 3: alla quota approssimativa di 890 m s.l.m. sul ponte della Strada Statale n. 51 d’Alemagna, dotata di 2 videocamere a visione anche notturna.
Tali sensori vogliono a) fornire un ulteriore supporto agli enti coinvolti nella gestione del rio Rudan e b) raccogliere dati sulla dinamica delle colate funzionali allo sviluppo e al test di sistema d’allarme di INADEF.
- Comune di Vodo di Cadore: proprietà e gestione del sistema di monitoraggio e allarme; diffusione e gestione dell’allarme e delle azioni di protezione civile;
- Regione del Veneto: realizzazione delle opere di difesa idrogeologica e relativa manutenzione; manutenzione ordinaria del sistema di monitoraggio e allarme; supporto per le procedure e azioni di protezione civile;
- ANAS: gestore della Strada Statale n. 51 d’Alemagna;
- ARPAV: progettista del sistema di monitoraggio e allarme; supporto tecnico per l’allerta meteo e la gestione del sistema;
- Popolazione e turisti presenti a Peaio o in transito lungo le vie di comunicazione.
Da maggio 2020 è attiva una specifica procedura di emergenza di protezione civile riguardante l’abitato di Peaio, in relazione alle possibili colate detritiche lungo il rio Rudan.
La procedura prevede l’impiego delle previsioni meteorologiche, dei dati meteo (pluviometrici e radar), dei bollettini di allertamento emessi dal Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile Regionale, del sistema di monitoraggio e allarme e del monitoraggio in loco.
La gestione delle azioni di protezione civile e del segnale d’allarme sono in capo al Sindaco quale autorità locale di protezione civile.